Vini liguri: eccellenze bianche e rosse

Storia e origine del vino ligure

La storia del vino ligure affonda le radici nell’antichità classica, quando Fenici e Romani coltivavano le prime vigne lungo i crinali costieri. Nei secoli successivi, la viticoltura si è mantenuta viva grazie ai monasteri e alle comunità rurali, trasformandosi nel tempo in un simbolo di resilienza e cultura locale. Il Rossese di Dolceacqua, per esempio, è una delle prime DOC italiane e vanta una tradizione secolare. Anche il Vermentino, oggi molto diffuso, è da sempre coltivato nei terrazzi costieri. Questi vini sono parte integrante della cucina e dell’identità ligure.

Terroir e differenze geografiche

La Liguria è un mosaico di microclimi e suoli, che rendono i suoi vini unici. Il Ponente ligure è noto per il Rossese, mentre nel Levante dominano i vini bianchi liguri come il Vermentino e il Pigato. I vigneti si arrampicano su pendii scoscesi e terrazze in pietra a secco, dove il mare mitiga il clima e i suoli pietrosi donano mineralità e sapidità. Le esposizioni variano molto, influenzando profondamente l’aromaticità dei vitigni autoctoni. Questo ambiente difficile, ma prezioso, conferisce ai vini della Liguria un’identità netta e inconfondibile.

Caratteristiche e tipologie

Il vino ligure si distingue per freschezza, profumi e leggerezza. I bianchi come Vermentino e Pigato offrono sentori floreali, agrumati e una marcata sapidità, perfetti per il consumo giovane. Tra i rossi, il Rossese di Dolceacqua spicca per eleganza, con profumi di piccoli frutti rossi, erbe mediterranee e spezie leggere. Esistono anche varietà meno note ma interessanti come il Granaccia o il Ciliegiolo, sempre vinificati in modo da esaltare freschezza e bevibilità. In ogni bottiglia si ritrova il profilo verticale e asciutto che rende i vini tipici liguri così versatili e piacevoli.