Nel cuore del Geoparco di Sesia Val Grande, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, si estendono i vigneti di Antichi Vigneti di Cantalupo: un territorio unico al mondo per la ricchezza mineralogica, modellato da milioni di anni di evoluzione geologica legata al Monte Rosa e alla Valsesia. È qui che prendono vita vini di grande eleganza, capaci di coniugare struttura, profondità e raffinatezza.
La storia della cantina affonda le radici agli inizi del XIX secolo, strettamente legata alla famiglia Arlunno, presente sul territorio di Ghemme già dal Cinquecento. Con il riconoscimento della DOC Ghemme nel 1969, Carlo Arlunno avvia un ambizioso progetto di valorizzazione della tenuta familiare, rinnovando vigneti storici e infrastrutture. La svolta arriva nel 1977 con la fondazione ufficiale della cantina, guidata dal 1981 da Alberto Arlunno, giovane agronomo ed enologo, che trasforma Antichi Vigneti di Cantalupo in un punto di riferimento internazionale per i vini Ghemme.
Il terroir di Ghemme affonda le sue origini in un’epoca remota, oltre 60 milioni di anni fa. I ghiacciai del Monte Rosa hanno scolpito un suolo straordinario, ricco di granito, porfido, anfibolite, chiefer di micah e dolomite: testimonianze del supervulcano della Valsesia e dell’antico oceano Tetide. Questa complessa composizione conferisce al Nebbiolo una mineralità sorprendente, che ne esalta la finezza. Le varietà coltivate – Nebbiolo, Vespolina e Uva Rara – prosperano su terreni morenici alluvionali, ben esposti a sud e sud-ovest, fino a 310 metri di altitudine. In cantina, l’enologo Donato Lanati valorizza con maestria questo patrimonio naturale, unendo tecnologie moderne a una sensibilità artigianale. Il risultato è una produzione che riflette la profondità del territorio e l’eccellenza della viticoltura piemontese.