Da oltre due secoli la famiglia Mastroberardino incarna l’anima più autentica dell’enologia campana. Le sue radici affondano nel cuore dell’Irpinia, dove, già dalla metà del Settecento, il borgo di Atripalda diventa il centro nevralgico dell’attività familiare, ancora oggi sede delle storiche cantine. Una discendenza ininterrotta di dieci generazioni ha custodito con passione il patrimonio di vitigni autoctoni, rendendo Mastroberardino un simbolo di coerenza, identità e credibilità nel panorama vinicolo italiano e internazionale.
Le tenute di famiglia si estendono nelle zone più vocate dell’Irpinia, patria di tre straordinarie DOCG: Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi. L’obiettivo è chiaro: preservare l’integrità del territorio e far evolvere la viticoltura tradizionale in sintonia con le più avanzate tecnologie enologiche, per vini che raccontano la storia e il carattere di un’intera terra.
Pioniere nell’esportazione sin dal 1878, il marchio ha varcato i confini europei, arrivando fino alle Americhe, grazie alla visione e al coraggio di Angelo e Michele Mastroberardino. Ma è Antonio Mastroberardino, figura chiave del Novecento, a garantire la sopravvivenza della viticoltura irpina, contrastando con fermezza le spinte verso varietà più produttive ma meno nobili. Il suo impegno ha posto le basi per il rinascimento enologico dell’Irpinia, riconosciuto oggi in tutto il mondo.
Oggi l’azienda è guidata da Piero Mastroberardino, decima generazione e professore universitario di Business Management, nonché artista e scrittore. Il suo approccio multidisciplinare arricchisce la visione imprenditoriale con sensibilità culturale e creativa, portando avanti con rigore e passione una tradizione che guarda sempre al futuro. Dal 2015 è anche presidente dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, ulteriore conferma del suo ruolo di riferimento nel settore.