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Colline vitate dell’Ovadese, territorio del Dolcetto di Ovada DOCG

Dolcetto di Ovada: il rosso piemontese dal cuore autentico

Dolcetto di Ovada, tra territorio e tradizione piemontese

Il Dolcetto di Ovada è un vino rosso secco che incarna tutta l’identità dell’Alto Monferrato, grazie al suo profilo aromatico immediatamente riconoscibile. Nonostante il nome suggerisca dolcezza, regala al palato un sorso asciutto, armonico e dal tipico finale leggermente amarognolo. Riconosciuto DOC nel 1972, questo vino rappresenta oggi una delle più autentiche espressioni vinicole del Piemonte, dove l’esperienza dei produttori si fonde con la ricchezza del territorio. Per saperne di più

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Origini e storia del Dolcetto di Ovada DOC

La storia del Dolcetto di Ovada si intreccia con le radici vitivinicole medievali della zona, documentate già nel basso Medioevo. Il vino era conosciuto come “Uva di Ovada”, ed era già commercializzato nel periodo longobardo (VII‑VIII secolo), esportato verso le principali piazze europee. Il riconoscimento della denominazione Dolcetto di Ovada DOC nel 1972 ha segnato una svolta: tra il 1975 e il 1981, le aziende attive sono cresciute da 218 a 435, mentre i vigneti sono passati da 538 a oltre 900 ettari. Nel 1987 è stato istituito il Consorzio del Dolcetto di Ovada, incaricato della tutela della denominazione e della promozione della qualità, oggi fondamentale per il riconoscimento a livello nazionale e internazionale del vino.

Terroir e zona di produzione: Ovada e Alto Monferrato

Il territorio del Dolcetto di Ovada si sviluppa lungo le colline dell’Ovadese e dell’Alto Monferrato, nella provincia di Alessandria, abbracciando 22 comuni tra Piemonte e Liguria. Qui, i suoli calcareo-argillosi, la buona ventilazione e l’ottima esposizione solare garantiscono condizioni ideali per una viticoltura di qualità. L’altitudine compresa tra i 200 e i 400 metri e le escursioni termiche tra giorno e notte favoriscono la maturazione lenta dell’uva, esaltando aromi intensi e una struttura elegante. Questo terroir, unico nel suo genere, permette al vitigno Dolcetto di esprimere tutta la sua identità, regalando vini equilibrati, freschi e longevi.

Caratteristiche del Dolcetto di Ovada DOC e Superiore DOCG

Il Dolcetto di Ovada si presenta con caratteristiche organolettiche precise e distintive. Il colore è rosso rubino intenso, che tende al granato con l’invecchiamento. Il profumo è vinoso, con sentori di frutta rossa matura, ciliegia e prugna, accompagnati da lievi sfumature speziate nella versione Superiore DOCG. Al palato, il sorso è asciutto, morbido e armonico, con una persistenza bilanciata e un elegante retrogusto amarognolo che richiama la mandorla amara, cifra distintiva di questo vitigno.
Il disciplinare della denominazione Dolcetto di Ovada DOCG Superiore prevede un affinamento minimo di 12 mesi, che può salire a 20 mesi per la Riserva. La gradazione alcolica non deve essere inferiore al 12,5%. È vinificato con Dolcetto 100%, con un’acidità totale minima di 4,5 g/L e un estratto secco minimo di 23 g/L. L’affinamento del Dolcetto di Ovada, unito alle sue peculiarità varietali, ne fa un vino in grado di esprimere grande complessità, pur mantenendo la sua proverbiale bevibilità.

Abbinamenti: cosa gustare con un calice di Dolcetto di Ovada

Il Dolcetto di Ovada DOC e DOCG è un vino estremamente versatile a tavola, capace di valorizzare piatti semplici o complessi con pari efficacia. La sua struttura media, unita alla bassa acidità, lo rende perfetto per accompagnare sia la cucina quotidiana che le ricette tipiche piemontesi, ma anche piatti della tradizione contadina.
Ecco alcuni abbinamenti consigliati:

  • Secondi piatti tipici: bollito misto alla piemontese, arrosti, brasati al vino
  • Primi ricchi e rustici: agnolotti del plin, pasta al ragù, risotto ai funghi, zuppe di legumi
  • Carni bianche e piatti in umido: coniglio al forno, pollo alle erbe, spezzatini delicati
  • Formaggi piemontesi: tuma, robiola, tome stagionate, Castelmagno nella versione Dolcetto di Ovada Superiore Riserva
  • Piatti semplici e gustosi: torte salate con verdure, frittate alle erbette, zuppe contadine

La temperatura di servizio ottimale è tra 16 e 20 °C, per esaltare aromi e struttura senza alterare l’equilibrio del vino.

Curiosità: perché si chiama Dolcetto se è secco?

Nonostante il nome, il Dolcetto di Ovada non è un vino dolce. Il termine "Dolcetto" fa riferimento alla dolcezza dell’uva e della sua polpa, non al contenuto zuccherino del vino finito. Il risultato è un rosso secco che ha fatto la storia del Piemonte vinicolo, apprezzato per la sua facilità di beva, la freschezza e la capacità di accompagnare la cucina tradizionale. Per anni è stato il vino di tutti i giorni delle famiglie dell’Ovadese, e ancora oggi mantiene questo forte legame identitario con il territorio.

Travino FAQ - Domande più frequenti sul Dolcetto di Ovada

Che tipo di vino è il Dolcetto di Ovada?

È un vino rosso fermo DOC, prodotto con uve Dolcetto al 100%, dal colore rubino intenso con riflessi violacei, dall’olfatto vinoso e dal gusto asciutto, morbido e talvolta con note mandorlate o fruttate.

Quali caratteristiche organolettiche contraddistinguono il Dolcetto di Ovada?

Si distingue per colore rosso rubino (a volte violaceo), profumo vinoso, sapore asciutto e morbido, acidità contenuta e tannini rotondi.

Quando è più indicato bere il Dolcetto di Ovada?

Si consiglia di berlo giovane, ideale nei primi anni dopo la vendemmia; alcune versioni “Superiore” possono evolvere bene nell’invecchiamento.

A quali piatti si abbina al meglio?

È perfetto a tutto pasto, specialmente con primi piatti, carni, salumi e formaggi.

Qual è la zona di produzione del Dolcetto di Ovada?

La produzione DOC è limitata a una ventina di comuni collinari in provincia di Alessandria attorno all’Ovadese, in collina e su suoli aridi e calcarei.

Qual è la gradazione alcolica minima richiesta?

La versione DOC ha almeno 11,5 % vol di alcol; la versione DOCG “Superiore” richiede almeno 12,5 %, con le tipologie “vigna” o “riserva” che arrivano fino a 13 %.

Come può essere conservato al meglio?

Si conserva bene a temperatura fresca e costante. Le versioni DOC sono pensate per una pronta beva, mentre i “Superiore” possono essere affinati più a lungo.

Dolcetto di Ovada o Dolcetto di Ovada Superiore (DOCG): quali differenze?

La DOC è pronta da bere e più accessibile, mentre la DOCG “Superiore” (talvolta “riserva” o “vigna”) richiede invecchiamento, ha alcol e struttura maggiori e affina più a lungo.

Quali peculiarità del terroir influenzano il suo gusto?

Le colline soleggiate, i terreni aridi e calcarei, l’altitudine moderata e il vento marino che mitiga il clima conferiscono struttura, sapidità e complessità aromatica.

Perché scegliere un Dolcetto di Ovada su Travino?

Il Dolcetto di Ovada offre un sorso autentico, equilibrato e autenticamente piemontese. Scopri la selezione Travino per trovare la bottiglia perfetta da gustare adesso o da conservare con cura.