Fiano di Avellino 

Storia e origine 

Il Fiano di Avellino ha origini antichissime che risalgono ai tempi dell’Impero Romano. Il nome "Fiano" deriva dal latino Vitis apiana, ovvero “la vite amata dalle api”, in riferimento alla dolcezza delle uve che attiravano questi insetti​. Nel corso dei secoli, il Fiano è stato apprezzato da varie civiltà, tanto che si racconta che Carlo d'Angiò, re di Napoli, ordinò la piantagione di migliaia di viti di Fiano nei vigneti reali​. Tuttavia, fu solo nel XX secolo che il Fiano di Avellino ottenne una rinascita grazie al lavoro di produttori locali, e nel 2003 ha guadagnato la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), diventando una delle più pregiate espressioni vinicole della Campania. 

Terroir 

Il terroir dell'Irpinia, nel cuore della Campania, è fondamentale per il carattere distintivo del Fiano di Avellino. Le colline che circondano Avellino, situate tra i 300 e i 600 metri di altitudine, offrono un terreno prevalentemente vulcanico e ricco di minerali, che contribuisce alla marcata mineralità del vino. Le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono un altro fattore cruciale: favoriscono lo sviluppo di profumi intensi e mantengono alta l'acidità delle uve, conferendo al Fiano una freschezza e un'eleganza uniche. Ogni sottozona di produzione, come Lapio e Montefredane, aggiunge sfumature diverse al vino, grazie a microclimi specifici e suoli che variano da argillosi a calcarei. 

Caratteristiche sensoriali 

Il Fiano di Avellino si distingue per il suo complesso profilo aromatico, che unisce note di fiori bianchi e agrumi come il limone e l'arancia, a sentori di frutta tropicale, tra cui melone e pera. Un tratto caratteristico del Fiano è il delicato aroma di nocciola, che si accentua con l'invecchiamento, donando al vino una nota rotonda e leggermente tostata. Al palato, il vino presenta una vivace acidità e una mineralità evidente, elementi che riflettono il terroir vulcanico dell'Irpinia. Con l'invecchiamento, il Fiano sviluppa ulteriori sfumature di miele, spezie e mandorle tostate, rendendolo un vino bianco che può evolvere meravigliosamente nel tempo. 

Il Fiano al calice 

Grazie alla sua versatilità e complessità, il Fiano di Avellino si presta a numerosi abbinamenti gastronomici. La sua acidità vivace lo rende perfetto con piatti a base di pesce fresco, crostacei e frutti di mare, tipici della cucina mediterranea​. È eccellente anche con piatti più strutturati, come carni bianche arrosto o formaggi freschi come la mozzarella di bufala. Se gustato giovane, il Fiano offre una freschezza vibrante, ma con l'invecchiamento guadagna complessità, rendendolo ideale anche per momenti di degustazione più riflessivi.