Nel cuore della Lombardia, tra le colline generose e i suoli ricchi di fossili, prende vita La Rocchetta di Mondondone, una cantina che incarna l’essenza della viticoltura naturale. Fondata nel 2013 con l’ambizioso sogno di ricucire il legame con la terra, questa realtà nasce dal recupero di una vecchia cascina e di vigneti abbandonati, oggi rifioriti in un ecosistema autosufficiente. Il fienile, un tempo silenzioso, si è trasformato in una moderna cantina dove ogni uva racconta la sua storia, vinificata senza lieviti selezionati, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche originarie.
La filosofia produttiva è chiara: zero manipolazioni, solo uve proprie, fermentazioni spontanee e una forte volontà di valorizzare il terroir. Dal 2019, il progetto ha abbracciato una visione ancora più ampia della sostenibilità, arricchendosi con un orto, un pollaio e un apiario che completano la sinergia tra agricoltura e biodiversità.
I vigneti si estendono su 4 ettari a 300 metri d’altitudine, su suoli calcareo-argillosi che conferiscono ai vini una straordinaria profondità minerale. Cortese, Riesling Italico, Johanniter, Muscaris, Moscato, Barbera, Croatina, Vespolina e Uva Rara: sono queste le varietà che danno vita a spumanti ancestrali, bianchi eleganti, rosati raffinati, rossi intensi e riserve di grande carattere.
Guidata dall’esperienza del maestro cantiniere Stefano Banfi, la cantina produce ogni anno circa 10.000 bottiglie. Ogni etichetta è frutto di una lavorazione meticolosa e appassionata, in grado di esprimere con autenticità l’identità del vitigno e la voce incontaminata della terra.