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Vigneti autunnali sulle colline del Chianti per la produzione del Vin Santo DOC

Vin Santo del Chianti: l’anima dolce della Toscana

Vin Santo del Chianti, tradizione e identità toscana di un passito unico

Il Vin Santo del Chianti è molto più di un vino da dessert: è un simbolo culturale del territorio toscano, un passito DOC che unisce storia, artigianalità e gusto autentico. La sua produzione si concentra nelle zone del Chianti e Chianti Classico, dove uve come Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga vengono appassite con cura prima di essere vinificate secondo rigide regole del disciplinare. La variante Occhio di Pernice, invece, include anche uve rosse come il Sangiovese, dando vita a un profilo più strutturato e intenso. Ogni bottiglia racconta un percorso fatto di pazienza: dall’appassimento all’affinamento in caratelli di legno, tutto segue metodi tradizionali tramandati nei secoli. Per saperne di più

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Origine e storia del Vin Santo del Chianti

Le prime testimonianze della produzione del Vin Santo toscano risalgono al periodo medievale, quando questo vino veniva utilizzato come segno di benvenuto durante festività e celebrazioni religiose. Nelle campagne del Chianti, rappresentava un gesto di ospitalità e rispetto verso gli ospiti più importanti. Le sue radici profonde nel territorio e nella cultura enogastronomica toscana lo rendono oggi un prodotto emblematico, apprezzato sia in Italia che all’estero.

L’etimologia del nome “Vin Santo” è affascinante e leggendaria: durante il Concilio di Firenze del 1439, un vescovo greco confrontò questo vino con quello di Santorini, esclamando “Xanthos!”. I presenti, confondendo il termine greco con “Sanctus”, iniziarono a chiamarlo Vin Santo. Un’altra teoria lo lega al periodo di vinificazione, spesso coincidente con le festività pasquali, o al suo utilizzo liturgico.
L’attuale disciplinare del Vin Santo del Chianti DOC è stato introdotto nel 1996, dopo l'approvazione nel 1995 per la versione Chianti Classico. Le norme regolano i vitigni ammessi, le tecniche di vinificazione, il periodo minimo di invecchiamento e i criteri per ottenere la denominazione. Questi requisiti sono fondamentali per garantire un prodotto di qualità superiore, riconoscibile e autentico.

Le zone di produzione e le loro sfumature

La produzione del Vin Santo del Chianti si estende in diverse zone della Toscana, ciascuna con peculiarità pedoclimatiche che influenzano il profilo organolettico del vino. Le sottozone ufficiali includono: Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Colli Aretini, Montespertoli, Montalbano e Rùfina. Ogni area contribuisce con caratteristiche uniche, legate a suolo, altitudine, esposizione solare e ventilazione.

Nel Chianti Classico, situato tra le province di Firenze e Siena, i suoli a base di galestro, arenaria e argilla garantiscono una maturazione lenta e armoniosa delle uve, ideale per ottenere un passito elegante e longevo. Le escursioni termiche accentuate aiutano a sviluppare un’elevata concentrazione zuccherina nelle uve, condizione essenziale per un Vin Santo dolce ben equilibrato.

La variante Occhio di Pernice, ottenuta da uve rosse come il Sangiovese, è una delle espressioni più affascinanti del disciplinare: mostra un colore più scuro, note tanniche leggere, aromi complessi e una struttura che lo rende adatto anche a lunghi affinamenti. Questa versione si distingue nettamente dai Vin Santo bianchi, risultando più avvolgente e persistente al palato.

Profilo sensoriale e caratteristiche organolettiche

Il Vin Santo del Chianti DOC si riconosce subito per la sua ampiezza sensoriale, capace di raccontare il territorio in ogni calice.

  • Colore: varia dal giallo paglierino brillante al dorato intenso, con sfumature ambrate nei vini più invecchiati. Nella variante Occhio di Pernice, si notano riflessi rosati e aranciati che virano nel tempo verso toni caldi e profondi.
  • Profumo: estremamente ricco e persistente, con note di frutta secca (noci, fichi), miele, scorza d’arancia candita, mandorla tostata, vaniglia, spezie dolci e accenti di legno nobile derivanti dalla lunga permanenza nei caratelli di rovere o castagno.
  • Gusto: vellutato, pieno, armonico. Le versioni secche esprimono una piacevole sapidità con una vena acida che sostiene la struttura; le versioni dolci o amabili offrono un'esplosione di morbidezza e calore, senza mai risultare stucchevoli. L’Occhio di Pernice, invece, è più complesso e avvolgente, con una leggera tannicità che bilancia il residuo zuccherino.

L’affinamento minimo previsto dal disciplinare è di 36 mesi per le versioni standard e di 48 mesi per il Vin Santo Riserva, che acquisisce così maggiore intensità e profondità gustativa.

Abbinamenti del Vin Santo del Chianti: dolci, formaggi e oltre

Il Vin Santo del Chianti DOC è un vino eclettico e raffinato, perfetto per concludere un pasto o per accompagnare piatti salati inaspettati. La sua dolcezza naturale, abbinata all’acidità e alla persistenza aromatica, lo rende un alleato ideale in cucina.

Ecco alcuni abbinamenti consigliati:

  • Dolci secchi toscani: cantucci alle mandorle, cavallucci, ricciarelli e biscotti da intingere nel vino per la combinazione toscana per eccellenza.
  • Dessert a base di frutta secca e miele: come crostate di noci, torte di mandorle o fichi secchi.
  • Cioccolato fondente: soprattutto con Vin Santo amabile o dolce, che crea un contrasto affascinante con le note amare del cacao.
  • Formaggi erborinati e stagionati: gorgonzola, Roquefort o pecorini toscani invecchiati, per un equilibrio tra dolce e sapido.
  • Piatti salati gourmet: come foie gras, paté di fegato, o crostini con cipolla caramellata e lardo, ideali con versioni più secche o Occhio di Pernice.

Servilo a 10-12 °C per valorizzarne l’eleganza e l’intensità, evitando temperature troppo basse che ne penalizzerebbero il profilo aromatico.

Curiosità: perché si chiama Occhio di Pernice?

La variante Occhio di Pernice del Vin Santo del Chianti prende il nome dal colore rosato intenso che ricorda l’iride brillante dell’omonimo uccello selvatico, diffuso nelle campagne toscane. Oltre al fascino estetico, ciò che la rende speciale è l’uso del Sangiovese, vitigno rosso che dona a questo Vin Santo sfumature tanniche, corpo e profumi unici. Rara e preziosa, questa versione è considerata da molti la più complessa ed emozionante tra i passiti italiani, capace di invecchiare magnificamente per decenni.

Travino FAQ - Domande più frequenti sul Vin Santo del Chianti

Che cos’è il Vin Santo del Chianti?

Il Vin Santo del Chianti è un vino passito DOC toscano, ottenuto da uve bianche (Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca) e talvolta rosse nella versione “Occhio di Pernice”, con appassimento naturale, fermentazione in caratelli di legno e invecchiamento protratto.

Quali sono le zone di produzione del Vin Santo del Chianti?

È prodotto nelle province di Firenze, Siena, Pisa, Pistoia, Prato e Arezzo. All’interno del disciplinare sono incluse varie sottozone del Chianti, incluso il Chianti Classico.

Quali vitigni si usano per il Vin Santo del Chianti?

Per il Vin Santo classico si utilizzano soprattutto Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga; nella versione “Occhio di Pernice” si impiega Sangiovese (con percentuale minima prevista) assieme, eventualmente, ad altre uve bianche o rosse autorizzate.

Come avviene l’appassimento e l’invecchiamento?

Le uve, dopo la raccolta, vengono appassite naturalmente (su stuoie o graticci nei locali idonei, la “vinsantaia”), poi fermentano in caratelli di legno. L’invecchiamento minimo è di 3 anni; per la versione Riserva serve almeno 4 anni.

Quando può essere messo in commercio un Vin Santo del Chianti?

L’immissione al consumo per la versione ordinaria non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo alla vendemmia; per la versione Riserva, non prima del 1° novembre del quarto anno.

Quali sono le caratteristiche organolettiche tipiche?

Colore: da giallo dorato ad ambrato intenso; profumo: etereo, intenso, caratteristico; sapore: vellutato, armonico, con vari livelli di dolcezza (secco, abboccato, amabile, dolce). Nella versione “Occhio di Pernice”, anche note più calde, frutta rossa, spezie.

Con che dolci o cibi si abbina il Vin Santo del Chianti?

Ottimo con pasticceria secca toscana (cantucci, biscotti), dessert a base di frutta secca, cioccolato; la versione abboccata può accompagnare formaggi freschi, quella secca piatti salati delicati o anche foie gras.

Che differenza c’è tra Vin Santo del Chianti normale e “Occhio di Pernice”?

“Occhio di Pernice” è la versione che prevede l’uso di uve rosse (principalmente Sangiovese), che conferiscono colore più rosato/granato, profumi più caldi e una diversa dolcezza; il disciplinare specifica requisiti diversi per uve e invecchiamento.

Quanto tempo può conservarsi e migliorare in bottiglia?

Se ben fatto, con invecchiamento in legno e qualità delle uve, il Vin Santo del Chianti può migliorare per molti anni. Le versioni Riserva o quelle di produttori artigianale tendono a evolvere aromi di frutta secca, fichi, mandorla tostata con l’età.

Perché scegliere il Vin Santo del Chianti?

Il Vin Santo del Chianti rappresenta storia, tradizione e terroir toscano: è un vino che unisce complessità, sapidità e dolcezza tipica, perfetto per chi apprezza vini da meditazione. Dai un’occhiata alla nostra selezione per trovare il Vin Santo del Chianti più adatto al tuo gusto.